di Gaetano Imparato – Un risultato e due sentenze: Napoli-Roma 2-1; Spalletti che si avvia verso lo scudetto; Mourinho che con la prestazione più bella dei suoi ipoteca un posto in Champions League.
Ha voglia di sbraitare Zaniolo, che crea un caso, malumori, diatribe e polemiche volendo lasciare Trigoria. Di questo non si curano – ma guardano e passano – i suoi compagni di squadra. E giocano un partitone contro la capolista, arrendendosi solo alla genialità del Cholito Simeone.
Ma le sentenze restano: Napoli affamato, tanto da snobbare il pareggio e togliere dalla gara i due che hanno affossato la Juve (Kvaraschelia e Osimen) e inserire gli autori del ribaltone. Roma in netta crescita, di tenuta e gioco, con le punte che graffiano e la mediana a ipnotizzare – a tratti – il centrocampo che in Italia ha preso più applausi di tutti fino ad oggi, con lidi anche europei.
Napoli-Roma è un vaso di Pandora. Alzi il coperchio e ci trovi dentro tante tante cose. Spalletti che ,dopo aver perso la Coppa Italia-spianando la strada verso la finale proprio alla Roma, non ha fatto sconti ed è andato al sodo. Una formazione da subito offensiva la sua e un calcio che sapeva di pragmatismo anche nelle sole rimesse laterali.
Certo, non è stata una passeggiata per il Napoli: a tratti non è riuscito il suo gioco classico di trame supremazia atletica e verticalizzazione. Ma quando il georgiano d’oro trova il varco per crossare su Osimhen il pallone del vantaggio, il gioco è fatto. Che Mourinho sia uno stregone lo dimostra con il cambio ad effetto, quando inserisce lo stesso giocatore che l’anno scorso-al Maradona-gli permise di evitare la sconfitta e di pareggiare in extremis a conferma di come quella mossa possa essere quasi uno scacco matto. El Sharawy di nuovo zittisce il Maradona grazie al portoghese che “impone” la marcatura del faraone egiziano a quel Lozano che incide poco e marca meno. Sfida a scacchi, tanti vincitori e pochi vinti.
Ma uno su tutti si gode la serata: Aurelio De Laurentiis finalmente osannato da Napoli. Capolista, inseguitori scomparsi, società senza debiti e bilanci in ordine e in campo uno squadrone che può aprire un ciclo. Forse è vero, quando alcuni non hanno più le carte taroccate diventa, per tutti, più facile vincere e di conseguenza diventa anche più facile ricevere meno proteste e improperi.
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