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Accadde oggi – 28 novembre 2016: si schianta l’aereo della Chapecoense

Brasiliani diretti in Colombia per la finale di Copa Sudamericana

di Edoardo Colletti – La sera del 24 novembre 2016 Chapecó, un comune di circa 180.000 abitanti nel profondo sud del Brasile, è in estasi per quello che sembrerebbe un banale pari ottenuto dalla squadra che lo rappresenta, la Chapecoense.
È un martedì primaverile in Sudamerica e i sostenitori dei Verdão do Oeste stanno invece assistendo a un risultato storico per il club, rimasto nell’ombra del calcio brasiliano fino alla promozione in Série A nel 2014.

All’Arena Condá, in casa, la Chape fa 0-0 contro il San Lorenzo di Coloccini, Ortigoza e Cauteruccio, tre pesi massimi del fútbol argentino. In virtù dell’1-1 in trasferta nella gara di andata contro i rossoblù, i brasiliani si regalano la prima finale di Copa Sudamericana della propria storia.
Il cammino non è stato certo dei più semplici, ma la squadra allenata da Caio Júnior ha sempre trovato forza nel proprio stadio, soprattutto quando è stata costretta a rimontare il Junior de Barranquilla agli ottavi (3-0) e a spuntarla ai rigori contro l’Independiente ai quarti (5-4).

Ad attendere il club verdeoro nell’atto conclusivo è l’Atlético Nacional de Medellín. I colombiani sono giunti all’ultimo capitolo della competizione replicando gli stessi risultati della Chape in semifinale, ma contro il Cerro Porteño. Si prospetta dunque un doppio scontro al cardiopalma, con la prima gara da giocare una settimana dopo proprio in Colombia.

L’entusiasmo è alle stelle, ma non c’è troppo tempo per festeggiare: il 28 novembre 2016 alle 17:00 è in programma il viaggio aereo in direzione Medellín. Il piano di volo per il charter LaMia 2933 prevede la partenza dall’aeroporto Internazionale di Viru Viru in Bolivia, uno scalo a Cobija per il rifornimento di carburante e l’atterraggio all’aeroporto di Rionegro-José María Córdova, a 40km dalla capitale.

La squadra è in fermento, non appena saliti sull’aereo i calciatori scattano foto e video e li postano immediatamente sui social. L’aereo si alza da terra con un’ora di ritardo e per evitare di trovar chiuso l’aeroporto di Rionegro, il comandante varia il piano e cancella lo scalo tecnico decidendo di proseguire direttamente verso la destinazione.

Ore 22.00, la discesa ha inizio, così come l’incubo. Emergono i primi problemi all’impianto elettrico del velivolo, i piloti rallentano ed effettuano un circuito in attesa di risolvere i guasti. Al secondo giro l’aereo perde quota poiché ormai privo di carburante, esce dai radar e precipita al fianco di una montagna a Cerro Gordo, a 20km di distanza dall’aeroporto.

La paura, le grida, il buio. Il sogno e le vite dei protagonisti della favola targata Chapecoense si spezzano in un disastroso schianto. Il bilancio è tragico: su 77 persone, tra passeggeri ed equipaggio, i sopravvissuti saranno solamente 6.
L’inchiesta sulla catastrofe condannerà la compagnia aerea, i piloti e successivamente, nel 2021, la specialista in sicurezza del volo, tale Celia Castedo Monastero, rea di non aver fatto rispettare i requisiti procedurali minimi per l’approvazione del piano di volo.

Il mondo, non solamente sportivo, si stringe immediatamente attorno alle famiglie e alle vittime dell’incidente. Su richiesta dell’Atlético Nacional, la CONMEBOL assegna ad honorem la Copa Sudamericana alla Chapecoense, mentre in Brasile il Presidente Temer proclama tre giorni di lutto nazionale e la sospensione di tutte le attività sportive.a Chape rinascerà lentamente, la società promuoverà i giovani della Primavera in prima squadra. Saranno quegli stessi giovano ad affrontare in amichevole il Palmeiras due mesi dopo il disastro.
Nel pre-gara i tre calciatori superstiti Neto, Follman e Ruschel sollevano al cielo la coppa: la partita terminerà 2-2, con uno stop al 71’ per commemorare le 71 vittime della tragedia che ha spazzato via un’intera squadra a un passo dal sogno.

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