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Stop al Decreto Crescita: calcio nei guai

Niente detassazione per i calciatori provenienti dall'estero

(Foto profilo IG Lukaku)

Il Consiglio dei Ministri ha cancellato dal decreto Milleproroghe, il prolungamento di due mesi alle agevolazioni fiscali sugli ingaggi dei calciatori in arrivo dall’estero complicando la finestra di mercato invernale per molti club di Serie A.

La misura, in vigore dal 1 gennaio 2020, aveva validità 4 anni e consentiva un regime fiscale agevolato ai lavoratori (italiani e stranieri) non residenti in Italia nei due anni precedenti che decidevano di rientrare dall’estero. La norma fissava la tassazione sul reddito al 25% rispetto al 45%, aliquota applicata solo in caso di permanenza per almeno un biennio.

I benefici hanno permesso ai club italiani di offrire ingaggi più alti ai giocatori prelevati da altri campionati. Per fare un esempio, grazie al Decreto Crescita uno stipendio lordo di 10 milioni garantiva un netto di 7,5 milioni, senza detassazione di 5,5 milioni.

In virtù della decisione del Governo, dal 1 gennaio 2024 gli sgravi fiscali non saranno più applicabili ai nuovi contratti. Gli accordi in essere invece (Kvaratskhelia, Pulisic, Lukaku o Thuram) continueranno a beneficiare delle agevolazioni (per un massimo di cinque anni).

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