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Calcio stra-ordinario: il derby di Lima

il Clásico del fútbol peruano tra Alianza e Universitario

di Andrea Iustulin – In Sud America calcio e religione hanno la stessa importanza, se parliamo poi di derby non si può non affrontare l’eterna sfida che vive Lima, capitale del Perù, tra Alianza e Universitario.
Basta un semplice dato per far comprendere agli scettici la valenza di questo appuntamento: quasi 400 confronti che superano rivalità ancestrali come Boca-River o Barca-Real. Questo è il Clásico del fútbol peruano.

L’Alianza Lima, fondato nel 1901, è uno dei club più antichi del Perù e ha una forte base di tifosi nella classe lavoratrice e nei quartieri popolari di Lima. L’Universitario de Deportes, fondato nel 1924, è invece visto come il club dell’élite, con una base di tifosi prevalentemente composta da studenti universitari e professionisti.
Queste differenze sociali hanno contribuito a creare una rivalità accesa che va oltre il campo di gioco come nella maggior parte dei derby del Sud America.
Queste differenze si manifestano anche nel modo in cui i tifosi vivono il calcio. I tifosi dell’Alianza Lima, noti come “los aliancistas“, sono conosciuti per il loro fervore e passione sfrenata, spesso organizzando coreografie spettacolari e cori incessanti durante le partite. I tifosi dell’Universitario, conosciuti come “los cremas“, sono altrettanto appassionati ma tendono a mostrare il loro sostegno in modo più disciplinato e organizzato.

E’ sufficiente partire dal primo confronto ufficiale per capire il destino di queste due squadre. Era il 23 settembre 1928 quando andò in scena Los Bastonazos con la U a trionfare 1-0, il dettaglio particolare è che il match si è concluso al 79’.
Il motivo è semplice: l’arbitro uruguayano Borelli è costretto a cacciare dal campo uno dietro l’altro sei giocatori, cinque dei quali potrillos dopo un rigore contestato assegnato all’Universitario.
Il calcio però aveva poche semplici regole, in sei non si può giocare e quindi triplice fischio e gara in archivio.
Come prevedibile il nervosismo si spostò sulle tribune con risse fra i tifosi e diversi agguati ai calciatori rimasti in campo. Su tutti Filomeno Garcia, centrocampista scontroso dell’Alianza che si è trovato a confrontarsi con i supporter avversari armati appunto di Bastonazos.

Non sarà la prima volta che il derby di Lima non arrivò al novantesimo, siamo in Coppa Libertadores ed è la sera del 3 agosto 1988. Già nel primo tempo l’andamento della gara era indirizzato con l’Universitario che trova un doppio vantaggio. Il risultato sfavorevole accende gli animi dei giocatori dell’Alianza che rimangono in otto a causa di tre espulsioni. Durante l’intervallo nello spogliatoio degli Aliancistas decidono per non concludere la partita con ogni mezzo. Il tecnico Moises Barack tenta di riprendere il gioco in nove ma l’arbitro se ne accorge impedendo l’irregolarità. Per evitare la goleada quindi si ricorre allo stratagemma del doppio infortunio a sostituzioni già avvenute, rimangono sei giocatori e partita nuovamente sospesa tra lo sconcerto dei 30mila spettatori presenti passando alla storia come il Clasico de la verguenza.

La madre però della contesa è una vicenda che risale al 1934 e ancora oggi non ha trovato soluzione da parte della federazione peruviana. Immergiamoci nel calcio sudamericano fatto di bellezza e paradossi.
In Perù esistevano due campionati paralleli fra prima squadra e riserve con il titolo assegnato facendo una media dei due tornei assegnando dei punti ponderati in base all’importanza delle partite. Alla vigilia dell’ultimo turno nel campionato riserve l’Alianza avanza l’Universitario di un punto mentre nel torneo delle prime squadre la situazione è ribaltata ma con due punti di distacco. Il caso ha voluto proprio che le due formazioni si debbano affrontare.
L’Alianza vince entrambe le partite ribaltando la situazione delle classifiche che recitano un pareggio in classifica fra i titolari e un punto di vantaggio fra le riserve. Il titolo quindi va ai Blanquiazules con uno scarto di appena 0,25 punti. L’Universitario non accetta la decisione per uno scarto così minimo con il capitano Placido Galindo che chiede pubblicamente di poter disputare uno spareggio per assegnare lo scudetto.
La federazione si astiene dalla decisione scaricando il problema sulla Lega di Lima che opta per uno spareggio fra i titolari per evitare il pareggio in classifica. L’appuntamento è per il 17 marzo ma l’Alianza rifiuta, tutto rimandato al 19 maggio quando a non presentarsi è l’Universitario. A metà giugno la Lega di Lima stabilisce che il titolo non verrà attribuito proclamando nuovamente campione nazionale l’Alianza.

Scatta la nuova protesta dei cremas che propongono una sfida il 30 giugno, i cugini accettano convinti di disputare una passerella dal valore nullo per il campionato che perdono per 2-1. Il caos ormai regna sovrano perché nessuno ha mai revocato all’Alianza il titolo nonostante nell’albo federale è intestato all’Universitario.

Lo scudetto del 1934 rimane tuttora sospeso tra le eterne rivali che lo reclamano reciprocamente. Un clima surreale per una sfida che racchiude storia, cultura, passione e identità. La rivalità tra Alianza Lima e Universitario de Deportes è un microcosmo delle divisioni e delle dinamiche della società peruviana, un riflesso delle sue complessità e delle sue emozioni. Ogni partita è un capitolo di una storia che continua a evolversi, un racconto che cattura l’immaginazione e il cuore di milioni di tifosi.
In definitiva, il derby di Lima è una celebrazione dello spirito del calcio, un gioco che, nonostante le sue sfide e tensioni, unisce le persone in una comune passione.

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