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Calcio in lutto: morto Alberto Ginulfi, il portiere della Roma che fermò Pelè

Da vice allenatore anche l'esperienza con il Napoli di Maradona

di Marco Schiacca – È morto all’età di 82 anni, Alberto Ginulfi, storico portiere della Roma a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Ginulfi era nato a Roma il 30 novembre del 1941 nel quartiere di San Lorenzo ed era cresciuto calcisticamente nelle giovanili della Roma squadra con cui esordì in prima squadra nel 1962 e dove rimase fino al 1975. Dopo l’esperienza nella capitale continuò la sua carriera prima nel Verona poi nella Fiorentina e infine nella Cremonese squadra con cui concluse la sua carriera da calciatore nel 1978.

Portiere dotato di grande senso della posizione, abile sia tra i pali che in uscita anche se non spiccava per statura, era cresciuto nel vivaio giallorosso, e dopo aver vinto quello che nel 1962 diventerà il campionato Primavera, passò per un breve periodo alla Tevere Roma per poi ritornare alla Roma dove la sua carriera da professionista ebbe inizio prima come riserva di Fabio Cudicini, poi di Pierluigi Pizzaballa. Fece il suo esordio in serie A il 28 ottobre del 1962 in Roma-Vicenza 0-1, a metterlo in campo fu Luis Carniglia per sostituire l’infortunato Cudicini, da quella partita in poi Ginulfi vestì la maglia della Roma per 220 volte vincendo 2 Coppe Italia nel 1963-64 e nel 1968-69, ed un Torneo Anglo-Italiano nel 1972. 

Il suo momento di gloria

Con la maglia della Roma, la gara che di lui si ricorda sicuramente di più fu un amichevole, quella con il Santos del grande Pelè del 3 marzo 1972, gara in cui Ginulfi riuscì a parare un calcio di rigore a “O’ rey”. In tanti vollero vedere quella partita per la presenza di Pelè, romanisti e non, al punto tale che il presidente della Roma di allora Gaetano Anzalone, diede l’ordine di aprire i cancelli per evitare che la gente accalcata fuori allo stadio si facesse male, cosa che purtroppo non successe per una cinquantina di persone come riportano le cronache del tempo. Di quella gara Ginulfi ha sempre conservato oltre al ricordo, anche il prezioso regalo, la maglia numero 10 del Santos, che Pelè gli donò a fine partita, Pelè che all’epoca era già 3 volte campione del mondo e che fino a quella gara aveva sbagliato solo 3 rigori nella sua prestigiosa carriera.

L’esperienza con il Napoli di Maradona

Appesi gli scarpini al chiodo, Ginulfi iniziò la sua carriera da tecnico e fu Giorgio Perinetti, allora ds del Napoli, a chiamarlo per offrirgli l’incarico di allenatore dei portieri nella squadra allenata da Ottavio Bianchi. Successivamente rimase a Napoli come vice di Alberto Bigon con il quale aveva lavorato all’Udinese, tutto questo negli anni in cui la maglia numero 10 era vestita da Diego Armando Maradona. Questo lo stralcio di una sua intervista di qualche anno fa dove raccontò un aneddoto sul “Pibe de oro”: 

“Capitava che mi faceva rimanere in campo dopo l’allenamento perché voleva divertirsi sotto porta a provare rovesciate o tiri al volo raccogliendo i miei cross. In particolare, succedeva quando pioveva e il terreno era particolarmente fangoso. Si divertiva proprio in quelle occasioni. Mi guardava e mi diceva: “Oh, Gino, oggi giochiamo”. Mi chiamava così, Gino. Come facevi a dirgli di no? Era fenomenale, segnava in tutti i modi con quel campo così pesante”.

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