di Federica Lenzini – Erano anni che si parlava di omaggiare mio nonno Umberto intitolandogli un parco, una via. Ormai sembrava diventata una favola. Ogni tanto qualcuno incontrandomi mi diceva: “Ma è possibile, nessun riconoscimento per il Sor Umberto? Tuo nonno ha sacrificato tutto per la Lazio”. Io mi limitavo a rispondere: “Sì, è esattamente così, ma pare sia un’impresa impossibile”, poi cambiavo discorso, mi faceva troppo male. Il 22 febbraio 2023 – a 36 anni dalla sua morte – finalmente la favola è diventata realtà: ecco il parco intitolato a lui. Quando ho ricevuto la notizia avevo il cuore a tremila, arrivavano informazioni incerte sull’orario, poi l’ufficialità: la cerimonia si sarebbe tenuta alle 16 di pomeriggio.
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Sono arrivata lì con mio marito, emozionantissima. Mi sono commossa subito quando ho visto mia zia Elide, l’unica figlia femmina di nonno Umberto ancora in vita e che non vedevo da tempo, e Lorenzo mio cugino più piccolo, li ho abbracciati immediatamente. Ho trovato tanti amici felici e commossi perché come sempre e da sempre, quando sto con la mia grande famiglia laziale, la “magia” si rinnova e io sono a casa. Quando Guido De Angelis mi ha chiesto di salire sul palco, dopo le parole di Giancarlo Oddi, mi è preso un colpo. Mi ero già emozionata mentre parlava Giancarlo e ho pensato: “ecco ora salgo sul palco e piango”.
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Le lacrime non sono scese subito, ma raccontare perché mio nonno faccia parte di un calcio che non esiste più, parlare della sua onestà e della sua troppa generosità con chiunque, mi fa sempre effetto. E’ allora che mi sono accorta che mi tremava la voce e che la commozione saliva sempre di più.
Tanta gente che mi si è avvicinata, particolarmente toccata, raccontandomi aneddoti su di lui, e altre persone che mi hanno conosciuto da piccola che mi hanno abbracciato come se fossi nipote anche loro. Quando finalmente hanno scoperto la targa, ho provato tanta gioia immaginando nonno – con il suo nasone – che sorrideva felice.
Dopo tanto tempo, il riconoscimento per lui è diventato realtà e ora nessuno potrà mai dimenticare Umberto Lenzini e cosa ha fatto per la sua Lazio. A me, sua nipote, ha lasciato un’eredità enorme fatta di passione, gioia, dolore, onestà e un sangue più biancoazzurro che mai. Ringrazio chiunque si sia prodigato per far sì che questo diventasse realtà, lui da lassù ne sono sicura ci guarda felice e continua a tifare per la sua amata Lazio perché come disse in un giorno molto difficile per lui: “mi dimetto da Presidente ma con il cuore dalla Lazio non mi dimetterò mai!”. E’ stato così, tutto il resto rimarrà nella storia e non saranno due pennelli a cancellarla.
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