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Prandelli: “La grande passione rimane, ma basta allenare”

Ha allenato per 31 anni e in tre diversi continenti

L’addio alla panchina e al calcio sembrano davvero essere irrevocabili per Cesare Prandelli. Il sessantacinquenne ex CT della Nazionale italiana lo ha ribadito questa mattina ai microfoni di Radio Anch’Io Sport su Radio1: “La passione rimane, una grande passione. Sto molto bene, tutto il resto passa. Un po’ di richieste continuano ad arrivare, ma al momento la panchina che sto sognando è quella in un parco con i miei nipotini per godermi la vita con loro. Basta allenare”.

In verità Prandelli aveva già preso le distanze dal mondo del calcio nel 2021 quando aveva spiegato in una lettera ai tifosi la sua decisione di dimettersi dalla Fiorentina: “È la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme. In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più”.

La sua carriera

Cesare Prandelli chiude una lunga carriera durata 31 anni che lo ha portato sulle panchine di tre diversi continenti. L’ultima esperienza rimarrà quella del ritorno alla Fiorentina (2020-2021) dopo il quinquennio 2005-2010.

Prandelli diventa allenatore dopo aver giocato con le maglie di Cremonese, Atalanta e Juventus, squadra con cui ha avuto le maggiori soddisfazioni. Lascia il calcio giocato dopo essere tornato all’Atalanta, società che gli darà per prima la possibilità di sedere in panchina.

Dopo l’esperienza a Bergamo, tra giovanili e prima squadra (1990-1997), guiderà nell’ordine il Lecce (1997-1998), il Verona (1998-2000), il Venezia (2000-2001), il Parma (2002-2004) e la Fiorentina (2005-2010).

La sua carriera di allenatore di club viene interrotta dalla Figc che lo chiama alla guida della Nazionale italiana. Resterà CT azzurro per quattro anni (2010-2014) fino al momento delle dimissioni rassegnate il 24 giugno 2014 a seguito dell’eliminazione dalla fase a gironi del Mondiale brasiliano. “Ho parlato con Abete dopo la partita, giusto prendersi le responsabilità del progetto tecnico: ho deciso di rassegnare le dimissioni irrevocabili” – dirà dopo la partita contro l’Uruguay. Lascerà con un secondo posto agli Europei 2012 di Polonia e Ucraina (4-0 in finale contro la Spagna) e un terzo posto nella Confederation Cup del 2013 in Brasile.

Dopo l’avventura azzurra, Prandelli riparte dalla Turchia e dal Galatasaray (2014), per passare poi al Valencia (2016) e all’Al-Nasr di Dubai (2017-18). Torna in Italia richiamato da Enrico Preziosi sulla panchina del Genoa (2018-2019). Il 29 maggio 2004 firma il contratto con la Roma ma l’esperienza dura solo pochi mesi: lascia il 26 agosto dello stesso anno per dedicarsi alla moglie Manuela gravemente malata e che verrà a mancare solo tre anni più tardi. 

Chiude il cerchio tornando ancora a Firenze ma nel marzo 2021, dopo appena 20 partite giocate, rimette l’incarico nelle mani del presidente Rocco Commisso.

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