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Juventus: accettato il patteggiamento per la manovra stipendi

Solo 718 mln di ammenda per il club che rinuncia a ogni ricorso

(foto sito FICG)

Il secondo processo sportivo a carico della Juventus, quello relativo al filone d’inchiesta sulla manovra stipendi, la cui udienza era stata fissata al 15 giugno, si conclude con un patteggiamento.

Nella giornata di oggi il Tribunale federale nazionale ha accettato l’accordo tra il club torinese e la procura della Figc, confermando la pena di 718.240 mila euro di ammenda, da dividere tra club e dirigenti coinvolti. L’intesa raggiunta prevede la rinuncia della Juventus e dei dirigenti a qualsiasi ricorso sulle vicende pendenti sia davanti alla Corte federale d’appello, sia al Collegio di Garanzia del Coni, sia presso il Tar del Lazio.

L’unico dirigente che al momento ha rifiutato il patteggiamento è l’ex presidente Andrea Agnelli per il quale, il prossimo 15 giugno, scatterà il processo sportivo.

Le ammende per i dirigenti

Al netto della posizione di Agnelli, il tribunale ha avallato le sanzioni per gli ex dirigenti bianconeri: 47 mila euro di multa a Fabio Paratici, 35,25 mila euro per Pavel Nedved e 32,5 mila euro per Federico Cherubini. Multe anche per Cesare Gabasio (18,5 mila euro), Paolo Morganti (15 mila), Giovanni Manna (11,75 mila) e Stefano Braghin (10 mila).

Il comunicato del club

La Società, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive ha ritenuto di accedere all’applicazione di sanzioni su richiesta ex art. 127 CGS nei termini sopra indicati nel miglior interesse della Società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non). La definizione di tutti i procedimenti sportivi FIGC aperti consente infatti alla Società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della Prima Squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva ed in particolare sulla programmazione complessiva della prossima stagione (sia con riferimento alle attività sportive che per quanto attiene ai rapporti di business con gli sponsor, le altre controparti commerciali e quelle finanziarie)“.

Le parole del presidente Gravina

A margine del Consiglio federale, il presidente della Federcalcio Gravina ha così commentato la sentenza del Tfn: “C’è un momento per la verifica, l’accertamento e i giudizi, ma c’è anche un momento per decidere e guardare al futuro con maggior serenità, il tutto nel rispetto assoluto delle regole. Quest’ultimo atto è previsto dalle nostre norme, auspicabile e condiviso ed è il risultato più bello del calcio italiano per trovare un momento di serenità.

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