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Esclusiva – Nela: “Finale equilibrata, non vedo il Siviglia favorito”

L’ex giallorosso, presente a Budapest, ci anticipa la sua finale

di Andrea Cesarini – Sebastiano Nela, Sebino per tutti i tifosi della Roma. 62 anni, 11 dei quali passati con il giallorosso sulla pelle. Per lui 316 partite e 16 gol in serie A. Uno scudetto, una finale di Coppa dei Campioni e tre Coppe Italia con la Roma. Per lui e le sue sgroppate sulla fascia Antonello Venditti ha scritto la splendida “Correndo Correndo”. Un uomo abituato a lottare, ad affrontare le difficoltà senza paura, come ricordato dal titolo della sua autobiografia “Il vento in faccia”.
Già membro della Hall of Fame della Roma, il club giallorosso lo ha recentemente celebrato come uno degli artefici principali di quella magnifica stagione in occasione del 40° anniversario del secondo scudetto giallorosso.

La redazione di bttfnews.it lo ha intervistato in esclusiva prima della finale di Europa League che vedrà la Roma affrontare il Siviglia domani sera a Budapest.

Siviglia-Roma sarà una sfida tra una squadra che ha sempre vinto le finali di Europa League e un allenatore che ha sempre vinto le finali in Europa. Come finisce?
“Conosciamo le due squadre, queste sono partite equilibrate e la differenza la può fare un dettaglio, magari viene fuori il gol di un difensore. La partita può essere decisa da una punizione, da un calcio d’angolo. Non credo il Siviglia sia favorito perché ha vinto negli ultimi anni”.

Mourinho è abilissimo a preparare anche questi dettagli, mentre il Siviglia, come ogni squadra spagnola, si concentra maggiormente sul gioco.
“Oggi tutti gli allenatori sono preparati. Siamo arrivati al massimo della conoscenza di questo sport maledettamente bello e le partite si vincono e si perdono per un dettaglio. È chiaro che ogni squadra ha una filosofia diversa, alcune giocano meglio altre affrontano la gara in modo diverso come la Roma di Mourinho. Una squadra che sa difendere, migliorata moltissimo dal portoghese, una squadra che sa soffrire e non si spaventa a fare una partita difensiva. Dall’altra parte c’è una squadra spagnola, abituata a giocare, a palleggiare preferibilmente nella metà campo avversaria. Potremmo assistere a una gara simile a quella vista a Leverkusen”.

C’è un giocatore che la Roma dovrebbe temere in modo particolare?
“Assolutamente no. Quando incontri queste squadre devi stare attento a tutto. Il Siviglia non è la squadra più forte del mondo ma è una buona squadra”.

L’assenza del terzino Acuna può pesare per il Siviglia?
“Potrebbe anche pesare ma io credo che le squadre siano abituate a fare a meno di uno o dell’altro. Loro sapranno come sopperire”.

Dybala alla fine giocherà?
“Da quello che sentiamo no. Forse ce lo dobbiamo aspettare a partita in corso. È il miglior giocatore della Roma, utile da un punto di vista realizzativo ma utile anche a cucire il gioco tra centrocampo, la difesa e l’attacco. È un valore aggiunto, sa fare tante cose, prende tanti falli. Sicuramente un giocatore che serve a questa squadra”.

Si è parlato parecchio della preparazione della finale di Coppa dei Campioni del 1984 e della troppa pressione che Liedholm mise addosso ai giocatori. Come la sta preparando Mourinho?
“40 anni fa erano i primi approcci in Europa. Era la prima esperienza per noi e per la Roma. Non avevamo esperienza e non c’era la conoscenza di oggi degli avversari. Oggi è più facile. Non abbiamo affrontato bene quella finale, abbiamo sbagliato qualcosa, sono passati 15 giorni dall’ultima di campionato a quella partita. Siamo partiti per un’altra preparazione e siamo arrivati alla gara che eravamo mentalmente sotto pressione. Il Liverpool era più abituato, loro erano più tranquilli e si vedeva anche nel sottopassaggio prima di entrare in campo, loro ridevano e noi in silenzio. Oggi invece la Roma ha giocato una partita due giorni fa e dopo tre giorni si trova a disputare una finale. Non aver staccato la spina è un bene”.

Hai disputato due finali europee con la maglia della Roma, si dorme la sera prima di una partita così importante?
“E purtroppo le ho perse entrambe. Comunque dipende dal soggetto, dal carattere. Una finale europea è una cosa meravigliosa e non si vede l’ora di giocarla. Io spero che dormano i giocatori della Roma perché dormire è importante. Sicuramente alla gara ci si pensa”.

Per la Roma è alla seconda finale europea consecutiva nelle prime de stagioni di Mourinho. Che lavoro sta facendo il portoghese?
“Se la vincesse sarebbe un risultato straordinario, sarebbe il secondo trofeo in un anno solare. Due finali, due trofei e l’ingresso in Champions League. Se dovesse succedere direi che meglio di così non poteva andare”.

Secondo te perché la Roma va meglio in Europa rispetto al campionato?
“Dovremmo chiedere anche al Siviglia, perché vincono sempre in Europa League e in campionato invece vanno così così?  In campionato se non sei attrezzato non vinci, in Europa bastano due partite per andare avanti. L’Europa è più stimolante, ci sono emozioni e c’è voglia di mettersi in mostra. Si conoscono altri club e ci si fa conoscere. Il mercato è molto cambiato, oggi si va volentieri a giocare all’estero”.

E da giovedì che succede? Mourinho resta o va via?
“Bisognerebbe tornare al giorno della firma e capire qual era il progetto della società e cosa è stato promesso al portoghese. La società non comunica e si fanno molte ipotesi, sembra di capire che Mourinho non è contentissimo della situazione, ma una partita a volte può cambiare una stagione. Al momento comunque abbiamo pochi elementi. Secondo me Mourinho ha lavorato con quello che aveva a disposizione anche se si aspettava acquisti di altro livello”.

Il Napoli insegna che si può comunque andare avanti senza un allenatore che ha fatto bene?
“Certo che si può andare avanti. La storia del calcio è piena di questi esempi. Spalletti e De Laurentiis hanno due caratteri particolari e un simile finale si poteva prevedere. Magari in futuro sentiremo anche la versione del mister. Bisogna dire che De Laurentiis in tutti questi anni difficilmente ha sbagliato la scelta dell’allenatore. In questo momento il Napoli è Campione d’Italia e può scegliere. Vediamo anche il mercato, cosa succederà con Osimhen e Kim, perché temo che qualche sostituzione eccellente la vedremo”.

Tre squadre italiane nelle tre finali europee. Che segnale è?
“Magari non è un segnale, magari è solo un caso. Per andare avanti in coppa devi avere un pizzico di fortuna, magari le migliori vengono eliminate, superi qualche turno con un sorteggio favorevole. Bisogna prendere questo dato per quello che è. In campionato l’Inter fino al mese scorso veniva massacrata e Inzaghi ha rimesso tutto a posto nell’ultimo mese e mezzo, la Fiorentina per larga parte della stagione è stata la delusione del campionato, la stessa Roma è stata criticata per tante cose. A volte le cose vanno bene ma non credo sia un rinascimento del calcio italiano”.

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