AURONZO DI CADORE – Ancora una volta. Sì, ancora una volta. Avventuratevi in un lungo viaggio fino ad Auronzo di Cadore, dove il vento sferza impetuosamente le magnifiche Dolomiti, sfiorando con forza i pittoreschi tetti del villaggio. Provocando anche danni ingenti, purtroppo. Il tutto alternato a un Sole potente, che scalda. L’aria è ricca di passione calcistica mentre la Lazio prosegue nel suo ritiro, ritagliandosi un’oasi di calma lontano dai mormorii incessanti del mercato che provengono da Roma e non solo. I fedeli tifosi laziali, che sembrano quasi personaggi di un fumetto DC, portano con sé un’atmosfera di fervida gioia alternata a una sibilante preoccupazione. Il loro volto esprime la consueta felicità nel ritrovarsi vicino ai loro beniamini, tessendo un’armonia di pensieri, scommesse e orgogliosa identità biancoceleste. Preoccupazioni? Anche quelle.
Un sole dorato che evoca ricordi storici
Quando il sole bacia il campo e illumina le partitelle amichevoli, sembra quasi di essere trasportati indietro nel tempo, ai giorni gloriosi di presentazioni e debutti grandiosi. I volti dei tifosi risplendono di orgoglio mentre gli autografi dei loro campioni li riportano alle emozioni di glorie passate, creando un’atmosfera che ha il sapore di un viaggio in una macchina del tempo. Il calciomercato per un attimo s’allontana, anche la firma sulla maglia di un Marcos Antonio diventa motivo di un sorriso soddisfatto.
Il sussurro dell’incertezza nella pioggia
Ma come una tempesta improvvisa, la pioggia diventa metafora di una dualità intrinseca nel cuore dei tifosi laziali. La domanda “Chi acquisteremo?” riecheggia come un mantra tra di loro, alimentando un vortice di incertezze sulla lentezza della campagna acquisti. Queste voci, come gocce di pioggia incessanti, generano creature di dubbio che instillano un diffuso sentimento di impazienza. Osservando le suddette scene e le partitelle, la musichetta della Champions non è solo motivo d’orgoglio e lunga attesa. Diventa anche una spada di Damocle dinanzi all’immobilità di un’estate che non ci aspettava con questi crismi. La Lazio lavora, sottotraccia. Ad Auronzo, però, di figure dirigenziali neanche l’ombra al momento. Tutto è accentrato nella figura di un presidente “lontano” fisicamente, che fra politica e calcio rimbalza su più tavoli senza sosta.
L’orizzonte dei sentimenti contrastanti
E poi ci sono i contrasti. Le famose posizioni “estremiste”. Coloro i quali alla domanda “Chi acquisteremo?“, hanno già la risposta. C’è chi, nonostante i rumors su Immobile suonino come un tuono in una giornata di sole, rimane ottimista. Il volto di Ciro riflette un mosaico di emozioni, ma queste persone vedono oltre, avvolgendo tutto con un velo di speranza rosea. Al contrario, un altro gruppo di tifosi avverte un oscuro presagio. La loro convinzione è che alla fine dell’estate, Sarri lascerà il campo così come il bomber dei record. L’immagine del comandante Sarri diventa così l’incarnazione della loro preoccupazione.
Sarri: la tenacia del comandante in un mare agitato
Maurizio Sarri, con il volto concentrato ma non cupo, offre tutto se stesso, lottando con un mazzo di carte incompleto. Il maestro tattico, nonostante le difficoltà, non ha perso la sua determinazione. La Lazio ha ormai assorbito i suoi meccanismi, e le ramanzine rispetto alle stagioni precedenti sono molto contenute e rendono il ritiro di Auronzo un po’ disarmante, come se fosse un attore costretto a recitare senza una trama definita. Un ritiro inutile fino a questo 19 di luglio senza avere almeno un riscontro su qualche nuovo acquisto. Valentin Castellanos, sarà il primo, atteso in questi giorni.
Il risveglio della speranza: Pedro e Luis Alberto
Ma c’è sempre spazio per la speranza. Pedro e Luis Alberto, con il rinnovo del contratto in tasca, emergono come faro di luce in questo mare di incertezze. La loro concentrazione, i loro sorrisi radiosi, riaccendono il fuoco nel cuore dei tifosi. Sanno che, se una cosa la si vuole davvero, e se si trova il modo di realizzarla così come l’avevi immaginata, il successo è solo a portata di mano. E così, pur nell’incertezza, il ritiro ad Auronzo di Cadore si colora di una nuova luce, di una rinnovata speranza: “Dai che alla fine anche Ciro resterà e rinnova con loro!” , “Dai che arrivano Zielinski e Berardi e ‘semo’ più forti dell’anno scorso” , “Dai che Luis quest’anno farà ancora più magie“. Anche senza comunicati ufficiali, la passione arde. Perché di Milinkovic-Savic si è sentito parlare davvero poco. Perché c’è sempre un nuovo futuro in cui sperare. Basta solo “materializzarlo”.
Mirko Borghesi
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