La sconfitta interna contro la Fiorentina del turno scorso è solo l’ultimo capitolo di una storia mai veramente decollata tra Rudi Garcia e il Napoli. Un feeling mai nato con l’ambiente, inevitabilmente ancora troppo legato a Luciano Spalletti, con la squadra, prova ne siano le reazioni eclatanti alle sostituzioni di Kvaratskhelia, Osimhen e Politano. In ultimo la frattura con il presidente Aurelio De Laurentiis che, dopo averlo scelto al termine di un lungo casting, lo ha già mollato.
“Con lui sto vivendo un momento no. Io sono un imprenditore, ho il dovere di interessarmi alla mia impresa. L’allenatore e il direttore sportivo sono al tuo servizio. Prenderò le decisioni più opportune quando sarà il momento di prenderle. La piazza non può essere condizionante“, ha dichiarato ieri De Laurentiis a margine di un convegno di Confindustria organizzato alla Luiss Guido Carli di Roma. L’impressione è che la proprietà, in assenza di un nome forte, non voglia rischiare un nuovo flop.
Il presidente del Napoli aveva provato in tutti i modi a convincere Antonio Conte ad accettare la panchina azzurra, ma l’idea di prendere la squadra in corsa non è piaciuta al tecnico leccese. “Sento insistenti voci di mercato che mi accostano a panchine importanti, ma ribadisco che per adesso c’è solo la volontà di continuare a stare fermo e a godermi la famiglia” ha scritto ieri su proprio profilo Instagram l’allenatore per chiarire le intenzioni.
Caduta l’opportunità di portare a Napoli un allenatore top come Conte, De Laurentiis ha quindi deciso di lanciare una ciambella di salvataggio a Rudi Garcia, non prima di aver chiesto un confronto con i leader dello spogliatoio raccomandando loro sostegno e collaborazione al tecnico francese.
La situazione resta incerta e a metà novembre è in programma una nuova sosta di campionato. L’impressione è che si vada avanti per mancanza di alternative, poiché il nome di Igor Tudor non scalda né la proprietà né la piazza.
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