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Roma: la conferenza stampa post mercato di Tiago Pinto

Il colpo Lukaku, il FFP, Mourinho, l'addio di Matic e tanto altro

Oggi a Trigoria il General Manager della Roma Tiago Pinto ha incontrato i cronisti per il consueto appuntamento di fine mercato. Il colpo Lukaku, l’addio di Matic, le difficoltà imposte dall’accordo per il Financial Fair Play, la partenza lenta e gli obiettivi di stagione i temi toccati nel corso della conferenza stampa.

La conferenza stampa

Il dirigente giallorosso inizia con una precisazione riguardo il suo contratto e quello di Mourinho, entrambi in scadenza al prossimo giugno: “Non ho voluto tradire la mia parola e quindi sono qui a parlare. Sui rinnovi: sono temi importanti, trattati internamente e nel modo giusto, siamo consapevoli del momento che viviamo. Carichi e motivati per riprendere i nostri obiettivi dopo la sosta. Ne parliamo nelle sedi giuste ma ora siamo concentrati solo sulla stagione. Vogliamo essere uniti. Il mio contratto è l’ultima preoccupazione”.

RAPPORTO CON MOURINHO – “Sarà impossibile uscire da questa conferenza con sensazione di scontro tra me e Mourinho. Non voglio che esca qualcosa, noi parliamo la stessa lingua e ci diciamo le cose in faccia. Siamo motivati e carichi per il meglio della squadra”.

I PALETTI SUL MERCATO – ” Quando comincia una sessione di mercato, abbiamo bisogno di mettere insieme tre piani diversi. Il piano tecnico, quello più semplice da capire, dove insieme all’allenatore e alla società vogliamo sempre migliorare rispetto alla stagione precedente. Sotto quel punto di vista, io penso che, facendo il paragone con i giocatori arrivati e che sono andati via, la squadra è migliorata con più soluzioni e qualità. Dopo abbiamo il piano economico. Noi siamo nel Settlement Agreemenet che in due anni ci obbliga a spendere il 70% di quello che sono i ricavi. Tutto giugno ho cercato i risultati economici per mantenere gli accordi con questo piano. Po c’è il piano strategico. Per uscire da questa situazione con il Fair Play Finanziario, è importante prendere anche giocatori giovani che in futuro possano avere risultati sportivi ed economici. Se avevo pagato 20 milioni per Ndicka e Aouar, magari questa domanda non sarebbe stata fatta, essendo entrambi under 25 con centinaia di partite in competizioni importanti. Noi, con i paletti che abbiamo, stiamo cercando di riequilibrare tutti e tre questi piani. Non è facile, non è semplice garantire una squadra che sia migliore dell’anno scorso, garantire i paletti del Financial Fair Play e allo stesso tempo avere giocatori con prospettive future. Con l’arrivo di Mourinho il settore giovanile è sempre stato una parte importante della strategia perché lui dal primo giorno ci ha sempre puntato, portando molti ragazzi in prima squadra come Zalewski e Bove. È vero che abbiamo aumentato il monte ingaggi, ma secondo me siamo riusciti a mettere tutti e tre questi piani insiemi. Ndicka e Aouar sono esempi concreti”.

L’ACCORDO PER IL FFP – Abbiamo due cose diverse nel piano del FFP: l’accordo, quando sono andato in fretta a fare i 30 milioni circa, noi siamo messi bene, tutto entra in questo piano. Dopo c’è un altro strumento che il transfer balance, che fa monitoraggio dei giocatori nella lista A Uefa tra un anno all’altro ed è difficile metterlo a posto. Abbiamo fatto 15 milioni di euro dalle future rivendite, Zaniolo no perché è andato in prestito. Questi soldi non entrano nel transfer balance. Abbiamo fatto 17 milioni di euro con Missori, Volpato e Tahirovic, loro non erano lista A ma B e quindi non contano. Ho litigato una settimana con Luis Campos per Paredes sulle cifre, abbiamo fatto 2,5 milioni di trasferimento e 2,5 di bonus e deve giocare 80% delle partite da titolare. Nel balance conta il 100%. Con i principi del FFP sono d’accordo e anche con quelli della sostenibilità, ma con questo strumento il nostro lavoro diventa difficile perché arriviamo al momento in cui i due nuovi non possono entrare in lista. È una cosa tecnica, che vi sto spiegando”.

OBIETTIVO CHAMPIONS LEAGUE – “Dal primo giorno che ho firmato il contratto ho capito che la grande ambizione della proprietà è arrivare in Champions. È anche la mia ambizione, è logico. Con tutto il rispetto è ovvio che non siamo il City, magari al posto mio se eravamo il City c’era qualcuno migliore di me. La realtà la conosciamo. Da quando è arrivato Mourinho siamo riusciti a recuperare tanti giocatori, e per questo per me è un asset”

RENATO SANCHEZ – “Tutto quello che andrà male con Renato Sanches avrà un solo responsabile: Tiago Pinto. Io sono ossessionato da lui. Al Benfica lo volevo prendere e non sono riuscito, a Roma ci sono riuscito. Ha avuto dei problemi in passato, se li avrà in futuro sarà colpa mia. Ma con questo staff e con questo allenatore, noi siamo capaci di farlo rendere al meglio. Per questo abbiamo fatto un contratto che se gioca un certo numero di partite noi dobbiamo acquistarlo. Se le cose vanno bene siamo tutti contenti, se vanno male il responsabile sono io perché sono consapevole dei rischi. Non volevo perdere l’opportunità di portarlo qui”.

LE TRATTATIVE SFUMATE – “Ho 38 anni, sono divorziato e non ho figli, sono abituato ai no. Non ho seguito tutti i nomi che ci hanno accostato, ma abbiamo trattato Scamacca e Marcos Leonardo. Con Gianluca non ci siamo riusciti, Marcos è ancora un obiettivo, lo seguiamo da 15-16 mesi. Per noi era una situazione possibile, fattibile, ma abbiamo avuto la sfortuna di quello che è successo al Santos che ha complicato tutta la situazione. Rimane un obiettivo”.

ZAPATA – “Io avrò i miei difetti, ma quando siamo nel mercato c’è una cosa che per me è fondamentale: io sono più tedesco che latino. Se dico una cosa è quella, altri invece sono abituati a fare diversamente. Non parlerò mai di scorrettezza né dell’Atalanta né di Gasperini, abbiamo parlato con Duvan lo volevamo prendere ma è andata così. Se ci sono altri club che lo dicono nei miei confronti io non farò mai lo stesso. Il nostro mestiere è così, a volte si vince e altre si perde”

LUKAKU – “ Tutti avete riconosciuto che è stato un mercato difficile per i club che cercavano un attaccante, è stato veramente difficile per tutti. Siamo contenti di avere Lukaku come tutti i tifosi. Meglio avere lui il 28 agosto che “Tonino” il primo agosto. Beltran? Non so cosa è successo con la Fiorentina, per me è tutto a posto. La prima estate mi volevano ammazzare quando Dzeko è andato all’Inter e poi è arrivato Tammy. Poi sono arrivati Dybala e Lukaku, sono giocatori che abbiamo fatto sentire importanti, non era una questione di soldi o contratti. In ogni sessione mi piace portare un giocatore così, vediamo nelle prossime. Lukaku non lo potevi prendere a giugno o luglio, ho un buon rapporto con chi lo segue e che segue anche un giovane molto interessante. Ho monitorato la situazione e poi al momento giusto devi sfruttare l’opportunità. È stato importante l’intervento di Mou visto il loro rapporto e anche il coinvolgimento personale dei proprietari ha semplificato molto il mio lavoro. Con Lukaku abbiamo chiuso in 4-5 giorni, idem con Paulo”.

ADDIO DI MATIC – “Vi piace veramente parlare dei miei insuccessi. Mi riferisco a Frattesi.  Non voglio dire grandi cose su Matic, mi dispiace e non me lo aspettavo. Le ultime due settimane di Nemanja qua non me le aspettavo, ma sono diverso da voi su queste cose: voi prendete il lato negativo, io positivo. Siamo riusciti a prendere Paredes, non voglio perdere energie su queste cose, succedono, non merita molte più parole. Ho sempre detto che Frattesi era uno dei giocatori che mi piacevano di più. Poi i giocatori sono liberi di scegliere, non ho rimpianti e voglio bene a tutti questi giocatori. Penso che Davide e Scamacca saranno importanti per l’Italia, voglio bene ad entrambi. E in ogni casa su Frattesi abbiamo preso soldi”.

RINNOVO DYBALA – “Io ricordo che un anno fa ero molto felice e c’erano tre domande sulla clausola. Se ne è parlato molto: noi abbiamo un grande rapporto con Paulo e il suo entourage. E’ un giocatore favoloso e un professionista fantastico. Godiamoci Dybala almeno per due stagioni, al momento giusto e nel posto giusto parleremo del contratto. Quanto si è detto che Paulo andava via in estate? Alla fine lui è qua. Non ho mai venduto aspettative fake e fare di tutto per farlo continuare qua”.

PARTENZA LENTA – “Sono stanco, non lo nascondo, è veramente difficile essere tre mesi sotto questa pressione. Senza dormire o mangiare, voglio fare le cose fatte bene e infatti dopo la conferenza vado in Portogallo. I tifosi giudicano queste tre partite, ma noi ne avremo più di 50. Abbiamo qualità sugli esterni, possono far meglio, come tutti ma i giudizi sono troppo veloci. È andata male per tutti, non solo per loro. Non siamo contenti, ma nessun panico. Siamo consapevoli del nostro valore, possiamo far meglio e sono motivato e carico. Avremo tutte le condizioni per migliorare dopo la sosta, ogni tanto manca un po’ di equilibrio. Quando ho preso Azmoun tutti insulti su Instagram, quando ho preso Lukaku: sei il re di Roma. E’ chiaro che e’è frustrazione, ma ci vuole equilibrio. Tranquilli”.

RUI PATRICIO – “Ancora più fiducia. Quando sono arrivato i portieri erano un problema, adesso come tutta la squadra non è stato al livello top a cui ci aveva abituati. Non ho cercato nessun portiere in questa estate”.

ARBITRI“I miei amici in Portogallo riderebbero a questa domanda perché il mio storico arbitrale non è positivo. Noi dobbiamo sentire quello che dicono gli arbitri, ma anche loro devono sentire noi. Io ho un po’ smesso perché non capisco nulla di quello che succede. Pensavo di essere uno che capiva le cose e invece no. Non riesco a capire la differenza tra Zaniolo a Napoli e Rui Patricio contro il Milan. Non è una critica. Oggi c’è il calcio giocato e quello del VAR. Su alcune cose mi sento in difficoltà a dire un’opinione, quando non capisci l’uniformità e del tempo, non solo in Italia. Sappiamo che con il caldo delle partite e di voler vincere quando ci sentiamo sotto ingiustizie abbiamo atteggiamenti che alle persone non piacciono. Ma faccio fatica a capire la strada che il calcio segue”

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