di Antonio Frateiacci – Lazio e Sampdoria, che stasera si affrontano all’Olimpico, rappresentano le squadre con le quali Sinisa Mihajlovic ha collezionato più presenze: 193 con la maglia biancoceleste e 128 con con quella blucerchiata. E’ nell’estate del ’98 che il serbo si trasferisce da Genova a Roma, chiudendo la sua esperienza in blucerchiato dopo 4 anni e 15 reti all’attivo. A Roma, sponda Lazio, Sinisa rimane per sei stagioni e conquista sette trofei: lo scudetto nel 2000, due Coppa Italia, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea e l’ultima edizione della Coppa delle Coppe. Alla fine saranno 33 i gol segnati in biancoceleste grazie alle sua leggendaria infallibilità nei calci di punizione.
La tripletta da ex
Ironia della sorte, è proprio al primo incrocio da ex doriano, nel dicembre del 1998, che Mihajlovic entra nella storia segnando una tripletta su punizione diretta all’Olimpico. Tre calci di punizione – tra il 29’ e il 52’ – e Ferron che raccoglie per tre volte il pallone infondo alla rete. Alla fine vincerà la Lazio per 5 a 2 e nel tabellino dei marcatori finisce anche Dejan Stankovic autore della quarta rete. Deki, questa sera siederà sulla panchina blucerchiata. Per lui Sinisa è stato molto di più di un compagno di squadra, più di un connazionale, più di un amico. E’ stato un vero e proprio fratello maggiore che lo ha aiutato nella crescita, sia come uomo sia come calciatore, sin da quando arrivò giovanissimo nella Lazio.
“La morte di Sinisa mi ha tolto tutte la parole – dirà Stankovic in occasione della scomparsa di Mihajlovic – Sento dentro un immenso vuoto che non ho mai conosciuto prima. Tutto quello che avevo è andato via con lui. Mi rimane la memoria e il grande orgoglio di avere fatto parte della sua vita”.
La scommessa col Mancio
A quella partita è legato un altro episodio curioso che chiama in causa un altro doppio ex di questa sfida: Roberto Mancini. Lo racconta proprio Sinisa nel suo libro La partita della vita: “Con Mancini ci piaceva scommettere tra noi prima delle partite, stavolta però lui sceglie il giorno sbagliato per sfidarmi: ‘Ti do un milione per ogni gol che segni’. In porta c’è Ferron, abbiamo giocato insieme nella Sampdoria, mi allenavo con lui a Genova quando calciavo le punizioni. Nel sottopassaggio lo avverto: ‘Fabrizio, non ti muovere prima, non fare il fenomeno, perché se fai un passo, tiro una fucilata sul tuo palo e ti faccio fare brutta figura’. Lui sapeva che ne ero capace, perché guardavo fino all’ultimo il movimento del portiere. E io sapevo che avrebbe aspettato nel suo angolo la partenza del pallone. Non mi restava che scavalcare la barriera. Lo faccio al 29’: e uno. Ripeto la dinamica al 45’: e due. Concludo la trilogia al 52’: e tre. La partita finisce 5-2 e vado da Mancini: ‘Mi devi tre milioni’. E lui, serio: ‘No, perché abbiamo preso due gol. Te ne do uno solo’. ‘Non ci provare Mancio. Io che c’entro?’ ‘ Tu giochi in difesa, non lo dovevi far segnare’. Mi ha dato solo un milione, il furbo…”
Uniti nel ricordo
Questa sera allo stadio Olimpico si giocherà Lazio-Sampdoria, valida per la ventiquattresima giornata di Serie A. Una sfida di enorme importanza per entrambe le squadre. I biancocelesti sono chiamati a dare continuità alla vittoria di Salerno per mantenere il ritmo delle avversarie in corsa per la Champions. Per i doriani una gara quasi vitale considerando la penultima posizione e le otto lunghezze di ritardo dall’ultimo posto utile per la salvezza. Oltre la classifica, oltre i colori, Lazio-Sampdoria sarà soprattutto l’occasione per ricordare Mihajlovic che esattamente una settimana fa avrebbe compiuto 54 anni. Così come accaduto nell’incontro di Coppa Italia contro il Bologna (ultima squadra allenata da Sinisa), stasera sarà impossibile non rivolgere un pensiero verso il cielo per salutare Sinisa. Campione formidabile in campo, Uomo vero e onesto nella vita, probabilmente la prima considerazione è la naturale conseguenza della seconda.
Leave a comment