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L’editoriale: Napoli, da Milano a Genova è un lampo

Gaetano Imparato analizza il momento del Napoli

L'editoriale di Gaetano Imparato

di Gaetano Imparato – Da Milano a Genova è un lampo. La sfida di domani, contro la Sampdoria, per De Laurentiis è diventata importante come una semifinale di Champions League. Il Napoli che perde con l’Inter va in analisi, si guarda dentro, il primo stop dell’anno lascia un retrogusto amaro e una serie di nodi da sciogliere in fretta. Da Milano a Genova è un lampo. La sfida di domani, contro la Sampdoria, per De Laurentiis è diventata importante come una semifinale di Champions League. Il Napoli che perde con l’Inter va in analisi, si guarda dentro, il primo stop dell’anno lascia un retrogusto amaro e una serie di nodi da sciogliere in fretta.

Le colpe

Spalletti non ha perso per colpa dell’arbitro (che comunque ha aperto la caccia a caviglie e stinchi di Kvaraschelia lasciando impuniti pestoni calci e raddoppi cruenti, magari per non indispettire Handanovic che chiedeva pochi fischi e una gara maschia) ma perché si è ritrovato atleticamente spento e soprattutto in inferiorità numerica a centrocampo, sin dai primissimi minuti. Se nei 15 minuti iniziali si fosse materializzato un netto 3-0 per Inzaghi ci sarebbe stato nulla da eccepire. Ma l’Inter continua a viaggiare con i suoi soliti problemi (l’attacco più scarso e impreciso delle pretendenti all’Europa, può cambiare qualcosa solo il nuovo Lukaku) e segna un goal dopo ben cinque tentativi nitidissimi mandati a belle donne. Ma il Napoli? Spalletti? Il suo decisionismo strategico? Come l’anno scorso con Atalanta, Milan, Fiorentina e, quest’anno, con il Lecce ma solo per un tempo (tutte gare casalinghe, al Maradona) esce con le ossa rotte quando gli prendono in ostaggio i tre – l’anno scorso erano due – uomini a centrocampo. E allora ci si chiede: a gara in corso è impensabile rinforzare la mediana (tipo Dembele per Politano e attaccare con Kvaraschelia e Osimhen?)

Gli equilibri

È lecito attendersi una fase difensiva più ermetica, e non puntare solo su un possesso palla impossibile se ti accerchiano e aggrediscono portandotela via? Era logico, poi, puntare su Anguissa (sembrato più spento di altri al rientro dei mondiali) e comunque lasciarlo in campo per 76′ e non riparare in corsa? Il 4-3-3 è blindato, immodificabile a gara in corso o si può virare su altro quando la mediana balla la rumba degli scugnizzi ed è in grave difficoltà? Pioli, per esempio, ha vinto l’anno scorso lo scudetto assemblandosi 4-1-4-1 al Maradona, e a Salerno si è presentato con un 4-5-1 per non correre rischi contro la squadra di Iervolino, e l’ha spuntata. Ci si può permettere il lusso di avere un Raspadori – in gran vena già dal ritiro turco – e preferirgli anche Elmas (in passato)? E lesa maestà ipotizzare una mediana tosta, con Anguissa-Lobotka- Dembele  e tre davanti liberi di inventarsi la qualunque (Kvara-Osimhen-Raspadori/Lozano/Politano?) quando c’è da essere più quadrati?

Le riflessioni

Non si è perso per Spalletti, e il lavoro che ha fatto – eccezionale, portando a +8 il suo Napoli al big match resta lì, intoccabile – non va gettato nel Water: ma ci si chiede, era normale dopo 53 giorni di attesa della partitissima presentarsi così morbidi – come un soufflè della migliore pasticceria partenopea – al cospetto dell’Inter? Un minimo di carico di lavoro finalizzato col misurino da farmacista era plausibile? Non s’è perso, si diceva, nemmeno per colpa dell’arbitro (suddito comunque di Handanovic) ma è così messa male la classe arbitrale da dover richiedere al designatore il reimpiego di chi prima della sosta da mondiale aveva fatto pastrocchi in Milan-Fiorentina? Ma allora tutti gli altri fischietti hanno la stessa competenza di un torpedone di pellegrini che va in pellegrinaggio dalla madonna di Pompei a chiedere la grazia di essere tenuti in considerazione da Rocchi?

La Sampdoria

 Fresca e tosta si para davanti a un Napoli coi tifosi pensierosi, impauriti, una Samp col cuore lacerato dal lutto dell’ex figlio, Gianluca Vialli. Ha già un piede quasi in B e sulla fascia destra porrà Bereszynski – a marcare Kvaraschelia – che poi manderà a fare le visite mediche per metterlo a disposizione di Spalletti. Gara delicatissima per il Napoli, dietro l’angolo c’è la Juventus in arrivo al San Paolo. Il vantaggio su chi insegue è di 5 punti, ma da Milano e Genova….è un lampo.

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